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Il testo ripercorre i fondamenti della didattica indagandoli però attraverso strade nuove. La prima trasversalità è rappresentata dalla volontà di fecondare tutto il proprio operare, riflettere e teorizzare con il seme della creatività, come energia capace di rigenerare la lettura del mondo, di combinare in modo sempre nuovo le competenze via via acquisite, le conoscenze apprese dai libri come dalle esperienze di vita. La seconda è il raccontare: nell'accadimento imprevisto trova perno e ragione una storia, e nella vita scolastica sono innumerevoli le situazioni straordinarie alle quali abbiamo fatto fronte, che hanno creato ferite, o impresso volti e gesti indimenticabili: la vita di scuola domani non potrà che fare i conti con le nostre storie di scuola passate. Infine, in questo contributo, si respira una continua mescolanza tra scienza e arte: due sistemi di rappresentazione del mondo dove il pensiero e il fare individuali scaturiscono, in divenire, da una costante negoziazione tra l'individuo con la sua identità in evoluzione e la cultura, la società di appartenenza, perché si inseguono da sempre, nella storia dell'uomo, anticipandosi a vicenda, rispecchiandosi, echeggiando i risultati dell'una sulle immagini dell'altra. In mezzo stanno le persone tutte più o meno fragili, tese verso il desiderio di capire, tentate dal demone mortifero dell'immobilità: allievi e insegnanti si devono muovere, accompagnandosi vicendevolmente, per fecondare nuove, più alte forme di vita.